Se c’è un fotografo che nella seconda metà del Ventesimo secolo ha saputo incarnare con grande personalità l’ideale di libertà espressiva – sia nell’affrontare temi “impegnati” che più “leggeri” come il ritratto di moda e di artisti e celebrità degli anni Sessanta e Settanta- questi è certamente Art Kane.
Classe 1925, originario del Bronx e con un vissuto da combattente durante la Seconda Guerra Mondiale, Art Kane può essere considerato un enfant prodige in quanto più giovane art director della storia presso la rivista “Seventeen” già all’età di 27 anni.
Laureatosi a pieni voti presso la New School insieme a colleghi che sarebbero diventati figure cardine della fotografia moderna, quali Richard Avedon, Diane Arbus e Irving Penn; Art Kane lascia la sua impronta per il costante gioco che attua sui colori e sugli elementi compositivi degli scatti; che si tratti di volti, paesaggi o oggetti inanimati.
Nel novantesimo anniversario della sua nascita, nonché a venti anni dalla sua scomparsa, la Galleria Civica di Modena, che spesso indaga il lavoro di artisti che muovono i loro passi a cavallo tra arti visive e musica, dedica al fotografo statunitense una ricca e interessante retrospettiva.
Curata da Jonathan Kane, Holly Anderson e Guido Harari, in collaborazione con Solares fondazione delle Arti di Parma e Wall Of Sound Gallery di Alba, la mostra raccoglie un centinaio di opere, molte delle quali impossibile non avere già nella memoria, che mettono in luce, appunto, la visionarietà di quello che uno dei curatori ha definito: “il più punk dei fotografi contemporanei”.
Questo non solo per l’indubbia voglia di spingersi oltre la semplice descrizione, attraverso la volontà di colpire lo spettatore in modo ironico o poeticamente “violento” (come gli scatti dedicati alla guerra e all’apartheid), ma anche per la capacità di storytelling per immagini in cui, a livello tematico, sembra instaurarsi un dialogo tra le fotografie.
Spesso ironico e tagliente, Kane manifesta l’acutezza del suo sguardo anche grazie alle sue famose sovrapposizione di immagini “a sandwich”, anticipatrici di quello che sarebbe poi diventato PhotoShop, e che riconducono ad uno stile grafico e ad una potenza comunicativa attualissimi.
Certo è che la “vena punk” di Art Kane non sta solo nella sua estetica ma anche nella sua poetica: libera e svincolata da schemi precostituiti a prescindere dalla tematica affrontata.
Basti pensare ai servizi di moda per Harper’s Bazaar e Vogue, solo una delle tante sfaccettature del lavoro di Kane che ritraeva miti della musica e delll’arte: Aretha Franklyn, Bob Dylan, Louis Armstrong, Janis Joplin e i Doors; Andy Warhol e Robert Rauschenberg, solo per citarne alcuni; e che in un servizio fotografico, aveva catturato l’Anima di Harlem, uno dei borough più affascinanti di New York.
Kane dedica anche una parte molto consistente della propria ricerca alla narrazione della propria epoca, con un approccio fortemente concettualesenza prescindere dal desiderio di manifestare il proprio pensiero.
Senza necessità di esprimersi a parole, Kane fa dell’immagine la propria lingua e degli scatti fotografici il proprio vocabolario, avvalendosene a pieno per narrare e descrivere; utilizzando strumenti diversi che vanno dalla sperimentazione tecnica a particolari scelte cromatiche con un approccio personale e inconfondibile.
La mostra che Modena gli dedica non è solo fondamentale per approfondire l’identità del fotografo, ma rappresenta anche uno sguardo ampio e articolato sugli episodi e i personaggi che hanno caratterizzato parte del “secolo breve”.
A completare il percorso espositivo anche due documenti video riguardanti Art Kane; il primo, una video intervista di Guido Harari all’amico fraterno di Art Kane, Franco Fontana e il secondo un’intervista del 1982 con il fotografo Pete Turner.
Toccante, intensa, ma anche vivace e accattivante, la fotografia di Kane dimostra più che mai che nelle arti visive l’esplicabile a parole può essere eguagliato, e in certi casi anche superato, dalle sole immagini.
Didascalie immagini
- Art Kane, Fashion 1970, Cornwall Beach, “Harper’s Bazaar” UK (© Art Kane Archive)
- Art Kane, Harlem 1958, “Esquire” feature on ‘The Golden Age of Jazz’ (© Art Kane Archive)
- Art Kane, Songs of Freedom 1965, “Look” for a civil rights feature (© Art Kane Archive)
- Art Kane, Bob Dylan 1966, “McCall’s” feature on the “Teen Scene” (© Art Kane Archive)
In copertina:
Un particolare di: Art Kane, The Who 1968, “Life” cover story on ‘The New Rock (© Art Kane Archive)