Una mostra svizzera per un pittore italianissimo, milanese. Milanese, non per forza di nascita, quel Bartolomeo Suardi del quale non si conosce la data esatta, ma che sappiamo essere attivo in città tra il 1480 e il 1530 e che è oggi raccontato da una monografica Bramantino. L’arte nuova del Rinascimento lombrardo al Museo Cantonale d’Arte di Lugano.
A chi conosce la storia del ducato sforzesco, non sfuggirà come quelli vissuti dal Bramantino – questo il soprannome che lo rese celebre – siano gli anni caldi che vedono seguire, alla sconfitta di Ludovico il Moro del 1499, la dominazione francese. Lo sconvolgimento politico, già di per sé sconcertante se si pensa che Bramante e Leonardo non esitano a lasciare la città alla caduta del ducato,  è ampliato da alcune istanze di rinnovamento della Chiesa promosse da funzionari e prelati francesi riuniti a Milano, nel 1510 – 1512, per un Concilio dissidente che avrebbe dovuto pronunciare il decadimento del papa di Roma, e inaugurare una nuova stagione di riforme; sono gli anni di Giulio II. Un vero e proprio sconvolgimento morale che in pochi anni sovverte i principali equilibri del capoluogo lombardo, e che l’intelligenza acuta di un artista dal calibro molto alto – attivo anche nella scena politica cittadina- non dimentica di registrare, aprendo la strada al riassetto figurativo che trasforma il linguaggio lombardo.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Madonna in trono con il Bambino e santi, 1513-1518 (?),
Oggi il profilo artistico di Bartolomeo Suardi è restituito a nuova luce dalle ricerche pluriennali condotte dagli studiosi guidati dal curatore Mauro Natale, e l’andamento cronologico della mostra, unito agli intelligenti accostamenti di opere di altri artisti, permettono di leggere l’evoluzione stilistica di Bramantino, sempre eccentrico rispetto alla norma del tempo.

Si comprende meglio la minuzia descrittiva di certi dipinti del primo periodo conoscendone l’apprendistato orafo, seguito dall’avvicinamento a Bernardino Butinone, nuovo mentore intriso della cultura degli artisti orbitanti tra Ferrara e Bologna, e delle invenzioni prospettiche del Bramante. Probabilmente è proprio grazie a questo tramite che Bartolomeo Suardi entra in contatto con l’artista urbinate ed è, del resto, documentato come Bramantino per la prima volta proprio in un documento del 1489 inerente il cantiere di San Satiro.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Cristo risorto,1490 ca.,
Per documentare la prima fase d’attività dell’artista basti vedere il suo dipinto più celebre, il Cristo risorto di Madrid, carico di una forza sentimentale ed intellettuale straordinaria, dove la composizione, pur riprendendo la tradizione, è ora a misura d’uomo, lasciando poi trasparire  l’attenzione per l’anatomia tratta dalla consuetudine leonardesco di effettuare dissezioni anatomiche.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Storia di Filemone e Bauci, 1490-1495 ca.,
Lo studio della luce d’ascendenza leonardesca, e la rigorosa costruzione prospettica bramantesca sono alla base delle composizioni di Bramantino, riflesse anche in piccole e raffinate opere quali la Adorazione dei Magi di Londra, o la piccola tempera su pergamena con la Storia di Filemone e Bauci di Colonia, dove di pari passo con gli elementi appena citati, si muove la raffinatezza simbolica e la minuziosa descrizione dei particolari.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Adorazione dei Magi, 1495-1500 ca.,
Tuttavia, come emerge dagli studi, la caratteristica indubbiamente vincente dell’arte di Bramantino è il suo essere interprete e testimone dell’importante rivolgimento politico, sociale e culturale al quale  abbiamo accennato in apertura, muovendosi verso una progressiva “spersonalizzazione” e semplificazione del linguaggio che rinuncia ai suoi valori narrativi.

Ne è un raffinato esempio il Compianto su Cristo morto di Bucarest dove Bramantino esprime al meglio il virtuosismo nel rappresentare scorci stupefacenti che ampliano lo spazio della raffigurazione. Di lui Vasari coglie con stima questo aspetto “nella brevità dello spazio ha voluto mostrare la lunghezza dello impossibile con la facilità e virtù dello ingegno suo”  andando incontro a una fortuna documentata da alcuni dipinti di altri artisti proposti in mostra.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Compianto su Cristo morto, 1512-1515 ca.,
Ma ancora più rivelatore è il paesaggio, un paesaggio ormai spersonalizzato, non più legato a un dove e ad un quando, bensì fuori dal tempo. Di li a poco anche i personaggi perderanno ogni caratterizzazione che rischierebbe di legarli ad un epoca e ad un tempo, gli abiti non sono più ne contemporanei ne antichi, ma piuttosto simili alle tuniche che, secondo la voce delle fonti, erano indossate dai predicatori che, sulla scia di Savonarola, stavano scuotendo le piazze e i sagrati delle chiese con le loro prediche.
Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Martirio di san Sebastiano, 1501-1503,
Rari e preziosi i pochi disegni conservati del Bramantino, ed in parte esposti in mostra, e importanti sono inoltre alcuni interventi di restauro per opere quali la grande pala degli Uffizi, e della Fuga in Egitto del Santuario della Madonna del Sasso a Orsellina, unica opera ticinese dell’artista che, dopo la mostra, tornerà nella sua collocazione originaria, offrendo il pretesto per riscoprire anche la zona del Ticino.

Didascalie immagini

  1. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Madonna in trono con il Bambino e santi, 1513-1518 (?),
    olio su tavola, 204,5 x 166,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
  2. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Cristo risorto,1490 ca.,
    tecnica mista su tavola, 109 x 73 cm, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
    (© Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid)
  3. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Storia di Filemone e Bauci, 1490-1495 ca.,
    tempera su pergamena su tavola, 60 x 80,2 x 1,5 cm, Colonia, Wallraf-Richartz-Museum & Fondation Corboud,
    (© Rheinisches Bildarchiv Köln)
  4. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Adorazione dei Magi, 1495-1500 ca.,
    olio su tavola, 60,6 x 57,9 cm, Londra, The National Gallery, Layard Bequest, 1916,
    (© The National Gallery, London)
  5. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Compianto su Cristo morto, 1512-1515 ca.,
    olio su tavola, 102 x 80,5 cm, Bucarest, Muzeul Naţional de Artă al României
  6. Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Martirio di san Sebastiano, 1501-1503,
    tecnica mista su carta, 404 x 572 mm, Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

In copertina:
In copertina un particolare da: Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino, Storia di Filemone e Bauci, 1490-1495 ca.,
tempera su pergamena su tavola, 60 x 80,2 x 1,5 cm, Colonia, Wallraf-Richartz-Museum & Fondation Corboud,
(© Rheinisches Bildarchiv Köln)

Dove e quando

Evento: Bramantino. L’arte nuova del Rinascimento lombardo
  • Fino al: – 12 January, 2015
  • Indirizzo: Museo Cantonale d’arte, Lugano
  • Sito web